Tutto quello che devi sapere sulle protesi seno
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Tutto quello che devi sapere sulle protesi seno

09/03/2016
Tutto quello che devi sapere sulle protesi seno

LE PROTESI SENO SONO VERAMENTE SICURE?

Sono state effettuate numerose ricerche per indagare sulla eventuale correlazione fra impianti mammari e malattie gravi nell’essere umano. Attualmente si esclude che esista un rapporto fra protesi e cancro, così come non è stato mai messo in evidenza un aumento delle malattie autoimmuni fra le donne che portano impianti di silicone, come invece era ipotizzato alcuni anni fa.
Per quanto riguarda gli esami periodici per la prevenzione dei tumori mammari, occorre chiarire che, mentre per l’ecografia in genere non ci sono particolari difficoltà, la presenza della protesi, che non lascia passare i raggi X, rende più indaginosa l’esecuzione della mammografia. Per tale ragione è necessario informare il radiologo dell’intervento subito, in modo che metta in atto le procedure adatte a controllare in maniera comunque efficace la ghiandola mammaria.
Le allergie al silicone sono rarissime ed è questa una delle ragioni per le quali viene usato questo materiale nella costrizione delle protesi. Infatti il silicone è presente in moltissimi oggetti con i quali abbiamo contatto quotidiano, ad esempio nei cosmetici, nei farmaci.

SE L’ECOGRAFIA O LA MAMMOGRAFIA SEGNALANO UNA MASTOPATIA FIBROCISTICA POSSO UGUALMENTE SOTTOPORMI AL’INTERVENTO DI MASTOPLASTICA ADDITIVA?
La presenza di cisti nelle mammelle rappresenta un reperto comunissimo, in genere privo di significato patologico. I fibroadenomi sono molto frequenti e senza connotazioni negative, ma meritano un controllo periodico specie dopo i 40-50 anni che, dopo la mastoplastica additiva, può essere eseguito con una ecografia oppure con una mammografia, utilizzando particolari tecniche. Nel caso di mastopatia fibrocistica è conveniente inserire le protesi nel piano retromusclare, soprattutto per facilitare le indagini diagnostiche. In genere le donne portatrici di protesi sono più attente alla prevenzione, anche perché seguite dal loro chirurgo.

SE IL MIO “SENO” OLTRE CHE VUOTO, È ANCHE RILASSATO E SI APPOGGIA SUL TORACE, POSSO UGUALMENTE SOTTOPORMI A QUESTO TIPO DI INTERVENTO?
Il problema principale non è solo legato allo svuotamento ma anche all’inadeguatezza del “reggiseno cutaneo”. Di conseguenza molto spesso diviene necessario non solo riempire la mammella con una protesi, ma anche riposizionare i tessuti rilassati ed eliminare la cute in eccesso. Diventano quindi indispensabili cicatrici più ampie e di conseguenza più visibili. Solo il chirurgo, basandosi su precisi parametri e sul singolo caso clinico, potrà decidere quando la sola protesi può bastare a correggere il difetto e quando invece sia più opportuno ricorrere ad una mastopessi. Talvolta sarà possibile offrire due o più opzioni fre le quali scegliere, che si baseranno su impianti di volume più grande, con la possibilità, di ridurre l’estensione delle eventuali cicatrici o viceversa.

MA QUANTO DURANO VERAMENTE LE PROTESI SENO?
Non è possibile dare una risposta precisa a questa domanda, perché le variabili in gioco sono numerose. Ogni tipo di impianto ed ogni persona fa storia a sé. Certamente le ultime generazioni di protesi sono più robuste e quindi destinate a durare più a lungo dei vecchi modelli. Occorre però sottolineare che ci sono donne che portano impianti da 30 anni senza disturbi e senza evidenza di alcuna rottura, così come altre che dopo tre anni sono costrette a sostituirle. Il cambiamento delle protesi di solito si effettua perché è stata gravemente danneggiata o si è spostata o perché la paziente desidera cambiare taglia, oppure semplicemente perché si sente più tranquilla con un nuovo impianto.

IL FUMO PUÒ DARE PROBLEMI IN QUESTO GENERE DI INTERVENTO?
Purtroppo il fumo determina una serie danni all’organismo, che non sono limitati all’apparato respiratorio, ma riguardano anche il sistema cardiocircolatorio, quello nervoso, la pelle ecc… Di conseguenza, se fumiamo, le condizioni generali del nostro corpo sono già in partenza meno sane del normale. Per quanto riguarda un intervento chirurgico di questo genere, è ovvio che si devono ridurre al minimo i fattori di rischio. Ogni sigaretta fumata determina significa vasocostrizione periferica di almeno 5 minuti. In altre parole la nicotina contenuta in ogni sigaretta determina u restringimento di quei piccoli vasi sanguigni che dovrebbero invece essere ben dilatati per portare ossigeno e nutrimento ai tessuti in via di ricostruzione guarigione. Sarebbe saggio non fumare affatto almeno un mese prima e per un mese dopo l’intervento.

IN QUALI OCCASIONI GLI ALTRI POSSONO NOTARE CHE C’È QUALCOSA DI INNATURALE NEL MIO PETTO?
Veramente difficile notare l’opera del chirurgo, a parte i casi di eccessiva magrezza o di indurimento oppure quando la protesi è stata collocata in un piano scorretto(tipicamente retroghiandolare anziché retromuscolare)
Chi ha la protesi dietro al muscolo deve però cercare, se possibile, di evitare di contrarre i pettorali, altrimenti le protesi vengono spinte verso l’alto ed assumono un aspetto decisamente innaturale. Il tipico esempio è quando si vuole uscire dalla piscina senza utilizzare la scaletta, ma con le braccia al muretto perimetrale e caricando tutto il peso del corpo su bicipiti e pettorali: cosi facendo ci si ritroverà il petto sulle spalle!

METTENDO LE PROTESI POTREBBERO VENIRMI DELLE SMAGLIATURE?
Teoricamente si, perché la pelle è sottoposta ad uno stiramento e quindi si potrebbe “rompere”, formando smagliature. In pratica è eccezionale vedere questa complicazione, perché, quando si sceglie la dimensione delle protesi, il medico valuta anche l’elasticità cutanea e di, conseguenza, consiglia di usare delle protesi adatta alla specifica situazione. Anche in questo caso un minor volume comporta minori problemi.

QUANTO TEMPO DEVO RESTARE SENZA AVERE RAPPORTI SESSUALI?
Se non ci sono complicazioni di alcun genere, dopo circa una settimana si può riprendere l’attività sessuale, invitando però il partner ad usare delicatezza con le mammelle appena operata, che comunque avranno le cicatrici coperte da un cerottino.

È VERO CHE SI RISCHIA DI PERDERE LA SENSIBILITÀ DEL CAPEZZOLO E DELL’AREOLA?
Si, è vero, ma bisogna essere proprio sfortunati, perché l’insensibilità permanente riguarda lo 0,5% delle operate, con una frequenza leggermente maggiore se si sceglie l’incisione lungo l’areola. Nella stragrande maggioranza dei casi, dopo un possibile periodo iniziale di riduzione o, talvolta. Di aumento della sensibilità, tutto normale nel giro do pochi mesi. Se è il caso, il medico consiglierà una terapia a base di vitamina B.

IL MIO FUTURO PARTNER SI PUÒ ACCORGERE CHE MI SONO FATTA INSERIRE DEGLI IMPIANTI NELLE MAMMELLE?
Se non vi sono contratture e se la paziente non è eccessivamente magra, non è facile capire per i “non addetti ai lavori” che dietro alla mammella è stata inserita una protesi. Perché la consistenza è effettivamente molto naturale. Bisogna ricordare che il gel morbido tradizionale rende la mammella operata più simile, alla palpazione, a quella di una donna adulta, mentre il gel coesivo, più denso la avvicina di più a quella appena sbocciata di una sedicenne.

È VERO CHE LE MAMMELLE DIVENTANO FREDDE CON LE PROTESI?
La presenza di retrazione capsulare, specie se grave, potrebbe determinare una riduzione del locale dell’irrorazione sanguigna e, di conseguenza, una riduzione della temperatura della mammella. Lo stesso potrebbe verificarsi nel caso il pannicolo adiposo sottocutaneo fosse troppo sottile.

LE MAMMELLE SI MUOVERANNO IN MANIERA NATURALE?
Con il tempo le mammelle operate di solito tendono a muoversi con naturalezza, anche se ci sono delle differenze, secondo il tipo e la posizione dell’impianto. Ad un estremo ci sono le protesi tradizionali in posizione retroghiandolare, già piuttosto mobili sin dopo l’intervento, e all’altro le protesi anatomiche inserite sotto il muscolo. All’inizio decisamente più rigide.

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